Origini

Le origini

La Sezione barlettana di Storia Patria è stata istituita nel 1935, unica in un comune non capoluogo di provincia, oltre a quelle di Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto. La nascita della “Real Deputazione di Storia Patria”, come allora si chiamava, si colloca in un contesto di iniziative, comuni a molte località italiane, indirizzate al recupero della storia locale intesa come storia dei singoli territori e dei suoi elementi identitari. Un interesse sviluppatosi all’indomani dell’Unità d’Italia, espressione di una cultura laica che si distaccava per la prima volta dal pensiero erudito ecclesiastico e dal mondo delle accademie, allo scopo di rinsaldare l’unità nazionale. In questa ottica va inserita la proposta formulata da Francesco Saverio Vista, in qualità di sindaco della città, nella seduta consiliare del 24 novembre 1868, inerente alla formazione di una Commissione di studi di Storia Patria che avrebbe dovuto raccogliere documenti, bolle, privilegi da archivi pubblici e privati per la compilazione di una storia di Barletta. La proposta cadde nel nulla, anche se pochi anni dopo, nel 1871 (18 febbraio) fu rilanciata dal canonico Giuseppe Ciccarelli e lo stesso Valdemaro Vecchi, nel suo Circondario“la definì “felice idea del nostro Municipio”. Vari furono gli impedimenti: alla difficoltà, soprattutto per trafugamenti e dispersioni, di reperire il materiale documentario, si era aggiunto il trasferimento di trecento pergamene nel Grande Archivio di Napoli (1846) i cui regesti furono pubblicati solo nel 1904 da Raffaele Batti nel volume Repertorio delle pergamene dell’Università di Barletta. Fallito il tentativo, il Consiglio Comunale, su proposta del Sindaco Pietro Antonio Cafiero, affidò l’incarico all’insigne giurista e storico Sabino Loffredo che nel 1893 pubblicò la Storia della città di Barletta per i tipi Valdemaro Vecchi, opera ripubblicata in due tomi nella pregevole collana di stampe anastatiche dell’editore bolognese Aldo Forni “Biblioteca Istorica dell’antica e nuova Italia”.

In anni precedenti al 1935 l’interesse per il recupero delle memorie locali, inerenti all’arte, alla storia, all’archeologia, funse da collante all’interno dell’intellighenzia barlettana  che, per iniziativa del dott. Vitantonio Lattanzio, il 29 aprile 1923, diede vita all’Associazione degli” Amici dell’arte e della Storia Barletta”con sede nel  Regio Ginnasio  “A.Bonello” sito nel Palazzo Della Marra. Nello Statuto, approvato il 6 maggio 1923, all’art.2 si leggono quelli che furono gli obiettivi:

“In particolare l’opera dell’Associazione si svolge:

  1. Nel vasto campo delle ricerche storiche d’ogni specie e d’ogni tempo;  nella raccolta e nello studio d’ogni cosa notevole, di cui la città possa arricchire il suo patrimonio artistico;
  2. nella diffusione dei risultati di questa sua attività con la pubblicazione di monografie, di bollettini ecc. e perché sia meglio conosciuta ed apprezzata dai cittadini l’importanza artistica e storica della loro terra natale, l’Associazione si propone di divulgare, con conferenze pubbliche, con mostre, passeggiate archeologiche ecc. il patrimonio di cultura e di arte ch’essa verrà rimettendo in valore;
  3.  nella più accurata, vigile e amorosa tutela sugli istituti d’arte e di cultura e su tutto ciò che la tradizione storica e l’interesse artistico affidano al rispetto degli uomini e del tempo”. L’Associazione contava un numero considerevole di iscritti (n.100 nei primi anni, n. 173 nel ’29), fra i quali figuravano personalità del calibro come Salvatore Santeramo e Michelangelo Filograsso. Salvatore Santeramo  diede inizio alla pubblicazione di documenti barlettani dando alle stampe nel 1924 il 1° volume del Codice Diplomatico Barlettano (1062-1309), e, nel 1931 il 2° (1202-1372). Michelangelo Filograsso  si interessò alla realizzazione della mostra circondariale di pittura, scultura, fotografia, allestita nel settembre del 1923. Con questa iniziativa l’Associazione intendeva sensibilizzare l’opinione pubblica circa la sistemazione della quadreria De Nittis, donata alla città dalla moglie del pittore Leontine, come da testamento olografo del 3 novembre 1912 . Grazie al dibattito suscitato e all’impegno attivo dell’Associazione La Pinacoteca De Nittis, trovò posto nel Palazzo S.Domenico dove fu inaugurata il 18 marzo 1929, essendo sindaco Pietro Reichlin. Altrettanto di grande rilievo per la salvaguardia del patrimonio culturale l’iter mirato alla riscoperta della collina di Canne che richiamò l’attenzione della Sovrintendenza,  avviando nel 1930 l’esteso scavo archeologico del sito.I campi operativi nei quali l’Associazione espresse il suo operato possono essere così indicati:Un’ esperienza culturale ricca e varia che fu trasferita tout court nell’istituenda  sezione barlettana della Deputazione di Storia Patria per le Puglie(D.M. del 27 settembre 1935).Era questa una delle sedici Deputazioni dislocate in ciascuna regione italiana e create in seguito al riordino degli studi storici nazionali attuato dal Ministro dell’Educazione Nazionale e Presidente della Giunta Centrale di Studi Storici, S.E. De Vecchi di Val Cismon. Nella riforma era prevista anche la creazione di sezioni locali nei capoluoghi di provincia. Alle sezioni di Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto, si aggiunse, unica eccezione, anche Barletta. Si trattò di un alto riconoscimento alla Città,da parte del Ministero dell’Educazione Nazionale, motivato dal grande impegno culturale e dall’intensa attività nel campo della storia, dell’arte e dell’archeologia svolta tra il ’23 e il ’35”da “Gli amici dell’arte e della storia barlettana”. Commissario della Regia Deputazione di Storia Patria per le Puglie fu Gennaro Maria Monti, professore di Storia del Diritto Italiano e Preside della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bari. Con deliberazione ministeriale n.90 del 10 gennaio 1936, su proposta del Commissario della Regia Deputazione, fu nominato sub-commissario della Sezione il prof. Michele Cassandro (1936-65).In quell’occasione il Comune si impegnò a fornire il locale sito in via Cialdini, n. 62, da adibire a sede della Sezione. Questa sede fu poi ceduta al Deposito militare e successivamente alla fanfara giovanile sicché la sezione passò nel locale in corso Garibaldi n.202 (Palazzo S.Domenico) e dopo non poche vessazioni in quello di via Cavour,2. Successivamente, a rappresentare la sezione di Barletta nei Consigli Direttivi della Deputazione intervenne Mons. Salvatore Santeramo , dapprima come delegato (1944) e poi come rappresentante (1955). Seguirono anni di crisi per mancanza di soci, finché nel Consiglio Direttivo, indetto il 16 luglio 1966 per riorganizzare le sezioni, venne nominato commissario della sezione la prof.ssa Anna Sernia Cassandro, con decreto del 21 luglio.  Dopo il suo decesso la presidenza passò alla pittrice Maria Picardi Coliac, (1983-1997). Durante la sua presidenza venne allestita una mostra nel centenario della morte del pittore De Nittis e ripreso il tema della battaglia di Canne. Tra le principali iniziative ricordiamo l’opera di sensibilizzazione per il trasferimento del Museo dall’edificio S.Domenico al Castello e per il restauro del Palazzo Della Marra, da destinare a sede della collezione De Nittis; ebbero luogo anche manifestazioni varie di carattere storico-culturale, come il convegno incentrato sul progetto Annibale 1997.Nel 2004, in seguito alle dimissioni del presidente prof. Iorio per gravi motivi familiari, venne eletto presidente il dott.  Pasquale Pedico (2005-2008). Fra le tante iniziative merita di essere menzionata l’erezione della statua di S.Santeramo, collocata nei giardini del Castello, su calco in gesso eseguito dal prof.Mauro Dipinto. Nel 2005 venne apposta una lapide sulla casa del musicista barlettano Giuseppe Curci; un’altra lapide che ricorda la concessione della Medaglia d’oro al valore militare alla Città per l’eccidio nazista di settembre 1943, venne scoperta dal Presidente della Repubblica il 23 febbraio 2006.
  4. La condizione di quiescenza dell’Associazione, sia per dissensi interni che per il mancato sostegno della civica Amministrazione, indusse la Sezione ad affidare la carica di presidente nel 1998 al prof. Raffaele Iorio (1998-2004), figura di rilievo nella storia intellettuale pugliese, autore di ricerche e di pubblicazioni, in special modo su Canne. Durante il periodo della presidenza  di Raffaele Iorio la Sezione, con sede messa a disposizione da un imprenditore privato,  è stata intitolata a Mons. “Salvatore Santeramo” (“9 aprile 2000). Per iniziativa del prof. Iorio nel 2003 ha avuto inizio la pubblicazione dell’annuario “Baruli res”, annuario di storia e cultura, (2003-2007).
  5. La prof.ssa Anna Cassandro Sernia  (1966-1982) riprese energicamente l’opera riuscendo ad ottenere, da parte dell’Amministrazione Comunale, l’assegnazione della sede nel Palazzo S.Domenico,dove la Sezione dimorò dal 1967 al 1983. Si trattò di un ritorno in una sede già assegnata ed utilizzata dall’Associazione de“Gli amici della storia e dell’arte barlettana “negli anni ’27-30 e durante la presidenza del prof. Michele Cassandro. La seduta inaugurale per la ripresa dell’attività della sezione avvenne l’8 aprile del 67 con una conferenza tenuta dal prof. Michele Viterbo su Massimo D’Azeglio e la Disfida di Barletta, nella sala della Biblioteca civica. La sezione si impegnò per la salvaguardia del patrimonio monumentale, storico-artistico, come il rifacimento del palazzo Della Marra (1971)e la tutela del borgo antico (1974); di notevole importanza le pubblicazioni su La Cassa di Risparmio di Barletta (1974) , su Ruggiero di Canne (1977) ed altro. Di Anna Cassandro il prof. Brescia ha pubblicato nell’Archivio Storico Pugliese del 1983 un profilo biografico.
  6. Il prof. Michele Cassandro  continuò l’opera de” Gli Amici dell’arte e della Storia barlettana”, di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della città, prodigandosi per gli scavi di Canne e per l’acquisto, dopo le innumerevoli battaglie condotte negli anni precedenti, della collina da parte dell’Amministrazione comunale (1936). Continuarono sotto la sua presidenza le pubblicazioni relative alla raccolta di documenti: nel ’38 vide la luce il volume  Le Pergamene della Biblioteca Comunale di Barletta (1186-1507), curato da Giovanni Italo Cassandro. Si tratta del XIV volume del Codice Diplomatico Barese, preceduto da uno studio storico-giuridico su Barletta e le “Universitates” meridionali sotto gli Aragonesi. Nel ’57 e nel ’62 i volumi III e IV del Codice Diplomatico Barlettano a cura di S.Santeramo contenenti le pergamene dell’Archivio Capitolare barlettano e della Cancelleria angioina. Fu ripresa la produzione del bollettino annuale, pubblicato fino al 1943. Tra i vari numeri ricordiamo quello del 1939 contenente  un sommario inventario della donazione Cafiero (1937). Quanto alle altre pubblicazioni citiamo Barletta nel Risorgimento e una Guida storico- artistica della città (1944). Proseguendo nell’iniziativa di far conoscere gli uomini che più fecero onore alla città il prof. Michele Cassandro pubblicò una memoria su Francesco Sponzilli, generale del Genio, storico. Non furono trascurate conferenze e celebrazioni in ricorrenza: del 1° centenario della nascita di G. De Nittis, con un discorso del prof. M.Cassandro (1946); della Disfida di Barletta nel 1° anno dell’impero 1937, e nel 1948 e 1953, in occasione del 445° e del 450° anniversario.
  7. sin dai primi anni essa legò la sua opera alla definizione di progetti museali: il Museo della Sfida (1924), il Museo archeologico, premurandosi di raccogliere reperti, monete, cimeli : un patrimonio che costituì il nascente Museo civico locale. Nell’opera di tutela delle emergenze artistiche l’Associazione si interessò al restauro della Porta S.Leonardo (’23) e si adoperò, ma inutilmente, per la sua ricostruzione (‘25-‘26). Ebbe a cuore anche problemi di ordine socio-urbanistico-ambientale, come la costruzione di una villa a mare sul litorale di Ponente (‘24) che avrebbe consentito la bonifica della zona malarica del Paraticchio. Alla scuola fu rivolta in più momenti l’attenzione dei soci che si adoperarono per la istituzione in città del liceo classico (‘24). La commemorazione delle memorie della patria spinse i soci ad appoggiare il progetto  della municipalità barlettana e del Comitato appositamente costituito per la costruzione di un monumento celebrativo  in memoria dei caduti nella 1^ guerra mondiale. Il monumento, realizzato dallo scultore napoletano Raffaele Ferrara, fu collocato nella piazza principale della città che da quella data (1929) mutò nome, da Piazza Federico di Svevia a Piazza Caduti. Similmente l’Associazione intese commemorare i grandi che avevano dato lustro a Barletta, come Saverio Baldacchini, dedicandogli una lapide posta nell’atrio del Palazzo del Banco di Napoli, sua casa natale (’28). Molte le conferenze, gli incontri, di alto spessore culturale, i concerti.
  8. Parallelamente l’Associazione dava inizio alla pubblicazione  dell’”Annuario”. I bollettini (in special modo quelli relativi agli anni 1923-24, e 1925-26), mostrano, per le tematiche affrontate e per il fervore delle iniziative, la profonda passione per il glorioso passato della città,per la conservazione della sua memoria  e un impegno civile concreto mirato anche alla risoluzione di problemi insistenti nei vari settori della città. Lo spirito dell’iniziativa non mutò neanche quando, a partire dal ’29, il bollettino, non più annuale ma bimestrale,recò il titolo di “Storia ed arte”, più consono al regime fascista.
  9. Al suo interno operavano due commissioni: di storia e di arte, alle quali si aggiunse la commissione di musica.

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